Michele Succio
opera 1° classificata
Crescere
Nel vento riposa
quel che resta del cuore,
un sogno diventato nebbia
che la pioggia dissolve.
Attraverso il mio tempo
come un treno impazzito
fra le pianure e le torri
lacrime senza un castello.
Questa luce ferisce le nuvole
per riscaldare una terra lontana
dove un aratro traccia sull’anima
le ombre distese
del suo passaggio.
Rosanna Spina
opera 2° classificata
Sentirsi soli
È naturale scrivere
un diario,
meno bruciarlo
in un solo minuto,
come bruciando
tutta una vita,
ma è forse il solo tributo
che si possa pagare al dolore.
Giuliana Gilli
opera 3° classificata
Abbaglio di betulla
Quando un raggio di buio
sfuggito ad un sole che splende indifferente
brucerà l’urlo di una stagione vuota,
vorrei ascoltare la cantilena del vento
che mi riporta i tuoi passi senza suono
per scoprire,
nel lieve sogno di un’orma scolpita nel tempo,
la tua presenza infinita.
E poi chiedere semplicemente al sole
d’illuminare quella sottile breccia in fondo al cuore,
per cogliere
nel tuo sguardo sconfinato un tenue disincanto.
E sarà un tremulo abbaglio di betulla…
Donatella Gambera
opera 4° classificata
Canto d’amore
Rimbalzano effimere le danze d’autunno;
sento voci riecheggiare tra le foglie,
la memoria riaffiora tra i polverosi ricordi,
la mancanza di suoni mi sveglia.
I tuoi passi cigolano
nell’armatura di mille battaglie,
il tuo respiro rimbomba nella mia mente;
il silenzio avvolge i miei pensieri
e il soffice scintillio d’acqua piovana
scivola come spilli sul mio petto.
Dondolando ti avvicini,
morbido mi accarezzi il volto:
io ti guardo ma non ti vedo,
ti sfioro ma non ti tocco,
mi parli ma non odo parole.
Tra i primi colori del giorno,
trionfante sul tuo destriero, prendi congedo.
Di te, caro nonno, rimane
l’immagine di un’antica leggenda,
di dame e zelanti cavalieri,
un infinito canto d’amore.
Diego Laurenti
opera 5° classificata
Attesa
E c‘è la luna
complice stasera
mentre fuggo
la mia vita
solitaria…
Mi preme
il buio
e m‘è fraterna
l’aria.
Nel cielo
già s’accendono
le stelle
e maliziose e belle
m’intrigano
guidandomi
da te.
Gianluca Puzzo
opera 6° classificata
Greta
Mai dimenticai
la mano invisibile
che levasti in saluto,
alta e irraggiungibile,
tra braccia materne
ancora salva
da ogni ostacolo
d’esistenza.
Con un gesto
mi chiamasti
a tornare bambino,
per spiegarti
coi nostri codici
la vita che c‘è
da imparare
a vivere.
Alessandro Regazzoni
opera 7° classificata
Virginia Clemm: la sposa bambina
Quando il sole tramonta
e accende l’ovale del tuo volto
il mio petto esplode
al ritmico ed eterno
tambureggiare del cuore.
Le note del pianoforte
si alzano
elegia d’amore e morte
come il fumo dai comignoli
d’inverno per te.
Chino sui tuoi fogli
riversi l’impetuosa
onda della tua arte
l’incubo e l’ignoto.
E la tristezza mia
e l’oppio che inganna
nella luce del tramonto.
Sono la sposa bambina
che cerca sollievo
per il tuo male d’esistere.
Non vedo appigli
per frenare la discesa
nel tuo inferno
né parole né profumi
né carezze.
La tristezza mia
è il fuoco che t’avvampa
mentre gli occhi tuoi
raccontano d’amore e di niente.
Ti amo
maledetto splendido
cantore della notte.
… E nulla più.
Ida Scioscioli
opera 8° classificata
Volevo sopravviverti
per chiudere i tuoi occhi con i miei baci
e regalarti il vestito più bello.
Poiché ho atteso invano
il ritorno della tua intelligenza
volevo sopravviverti
per raccontare
la tua disperazione.
Ora ti guardo
distesa
lì
placata del desiderio
di vincere la vita.
Bella fanciulla dagli occhi di giada
la tua vita è finita.
Inaridita alla fonte
non ha dato i frutti
che il seme aveva in sé.
Non voglio ricordarti
in case senza luce.
Voglio pensarti timida
dolcissima come sei stata.
Voglio pensarti libera
non schiava
anche se schiava poi
sei diventata
perché questo
è il destino di una donna.
Guendalina Armenti
opera 9° classificata
Come Tempesta (alla madre)
Come tempesta
in un cambio di lune,
improvvisa
sei tu, dilaniante conferma
di atavici geni.
Ed io,
mutazione a distanza
mi spaccio il cuore
sotto marci venti,
parole tonanti,
acqua stagna.
Vedere te,
infranta bellezza.
Come tempesta,
mio bene,
vorrei dirti parole
di tenero vento
ed acqua sorgiva
a lenire la sete
che il tuo ventre svuotato
reclama confusa.
Ma la voce si rompe
sotto pietre
di luna distanti…
Come tempesta
raccolgo detriti
e ti sfango
mio bene,
per mostrarti alla luna
smeraldo sfinito,
su dita deformi.
Marilena Rimpatriato
opera 10° classificata
Onde di tempo
Torrente, teatro d’infanzia,
le tue onde scivolano in una fluida danza
rastrellate dalle dita gemmate dei rami
che rasentano la tua acqua.
Un vento carico d’aromi
serpeggia tra i sentieri scoscesi
sussurrando antiche romanze
mille e mille volte recitate me che incantano ancora.
Corse pazze nel prato
ruzzoloni sulla nuda terra
ed il ciliegio era già in festa
nella veste bianca della primavera.
Arrivavo per prima al muretto concordato nel gioco,
coglievo il fiore più bello
per terminare la fantasiosa corolla
d’appendere al cancello del nostro giardino segreto.
Non so quante serenate di grilli
hanno catturato le mie mani,
né quante ali di farfalla hanno imprigionato le mie dita,
ricordo solo il muto coniugarsi dei sogni,
con la realtà ineffabile del sole.
Infanzia, icona di rimpianti,
profumo di viole
corridoio dalle mille finestre aperte.
Dove andare?
Arduo è il compimento della vita.
Sezione Speciale Poesia Donna
Paola Maria Beltrame
opera 1° classificata
Amore e danno
Quando mi sfuggi dalle dita ed io non me ne accorgo
se non fosse che cercandoti non ti trovo
quando guardi chissà dove (comunque oltre me)
ed io non so come riportarti indietro
quando mi rubi al tempo, al sonno, alla vita (la mia!)
per non lasciarmi dentro agli occhi di nessuno
quando spietato m’insegui e crudele mi stani
così che al mondo non vi è luogo solo mio
quando ti incolli talmente alla mia pelle
che non distinguo più dove inizio io e finisci tu
quando le tue mani incerte ed aspre
si fanno lievi – e non sai quanto – sul mio viso
quando i segni sul tuo corpo raccontano ciò che hai veduto
ma molto più ciò che hai perduto
quando nei tuoi abbracci violenti e disperati
sento puro ed assoluto il tuo bisogno di tutto
quando uno solo dei tuoi occhi, quello del cuore,
diviene un lago di sale – mai oseresti chiamarlo pianto! –
... quando tutto questo accade
e tu neghi convinto, ma mai abbastanza,
io non posso che sorridere tra i tuoi capelli
assaporando la dolce tregua del tuo dormire sul mio seno,
quando più nulla puoi fare per impedirmi di amarti.
Sezione Speciale Poesia Donna
Concetta Di Nardo
opera 2° classificata
8 Marzo
Riposa madre, sorella,
complice e compagna
che ormai prossima è l’alba
e il viaggio ci attende…
Vegliando, ho veduto
Sul corpo dormiente
Stelle a grappoli posarsi
E l’universo l’orecchio tendere
Al respiro tuo,
al fremito gentile della palpebra.
Riposa, donna,
che con me fuggi da prigioni… e catene alla mente intrecciate
per terre e mari andremo
e il vento amico cancellerà di noi ogni traccia.
Nervose, agili membra nella corsa,
il cuore in gola,
il fiato mozzo…
ma al mondo nessuno catturarci potrà!